Ora il wi-fi va anche sott’acqua: l’UE sta finanziano un promettente progetto di ricerca, proprio in Italia.
Una nuova tecnologia sembra già in grado di migliorare il segnale wi-fi anche sott’acqua. Ed è facile immaginare le tante opportunità che questa novità potrebbe introdurre… Ovviamente non parliamo dell’uso privato di smartphone sott’acqua (a che pro, una persona dovrebbe voler controllare i messaggi su WhatsApp in immersione?). I vantaggi sono per la ricerca scientifica e per le operazioni subacquee, come per esempio il soccorso marino, oppure le riparazioni di infrastrutture subacquee.
Ma non è affatto escluso che un giorno avremo a disposizione anche reti di comunicazione sottomarina avanzate che potrebbero essere sfruttate in più modi. Per esempio per varie applicazioni commerciali e di sicurezza. In generale, la possibilità di poter comunicare efficacemente sott’acqua appare importante per il monitoraggio e lo studio degli ecosistemi marini.
La ricerca attuale, praticata nelle acque al largo di Livorno, punto proprio a questo. Gli scienziati sono partiti da un assunto fondamentale: le onde sonore sono più adatte a viaggiare attraverso l’acqua. In questo senso offrono un mezzo di comunicazione molto più efficiente rispetto alle onde radio tradizionali. Quindi il wi-fi subacqueo non fa altro che sfruttare le onde sonore. Proprio come fanno le balene.
Connessi al wi-fi anche sott’acqua: la ricerca
La sperimentazione sta proseguendo nella marina protetta delle Secche della Meloria, al largo di Livorno. Qui dei ricercatori italiani stanno testando nuovi strumenti di comunicazione sottomarina utilizzando il wi-fi subacqueo. Usano tablet adattati per provare a comunicare tramite wi-fi durante le immersioni. E ci riescono!
La tecnologia, sviluppata dall’azienda romana WSense, consente ai subacquei di inviare messaggi e soprattutto di tracciare la loro posizione in tempo reale. Funziona anche per raccogliere dati geolocalizzati, rendendo le immersioni di ricerca marina molto più sicure e funzionali. E potrà essere utile alle rilevazioni meteo.
L’UE vuole usare questa tecnologia per implementare la tutela degli ambienti marini e dei siti del patrimonio culturale. E poi per monitoraggio dell’acquacoltura e dei nuovi impianti energetici offshore. I fondi arrivano da BlueInvest, un programma dell’UE che mette in contatto le startup che lavorano sugli oceani con gli investitori. E ora il progetto WSense ha raggiunto grandi risultati.
Dopo dieci anni di ricerca, il sistema adesso permette di comunicare e trasmettere informazioni in tempo reale e attraverso grandi distanze, superando il limite che pareva insormontabile degli attuali sistemi delle comunicazioni applicati a livello sottomarino e marino.